"Mai più" di R.J. Palacio: Olocausto a fumetti



Sono sempre stata sensibile al tema dell'Olocausto fin da piccola.

Ho frequentato una scuola media intitolata a Anna Frank e il Preside voleva assolutamente che tutti gli alunni ne conoscessero la vita, comprendessero la Storia, con letture, attività teatrali, viaggi dedicati nei campi di concentramento. Una lungimiranza storica impressionante che gli riconosco profondamente  e che sempre me lo farà ricordare con stima.
Ogni anno in questo periodo, mentre si avvicina la Giornata della Memoria (27 gennaio), leggo un libro sulla Shoah e lo impongo anche a mia figlia, preadolescente, perché temo che i giovani d'oggi possano dimenticare, sottovalutare, minimizzare, scusare. Non lo posso permettere.
Quindi nel weekend abbiamo letto insieme "Mai più" di R.J. Palacio, sì proprio lei, l'autrice di "Wonder", che qui è anche illustratrice, una bravissima illustratrice! Si tratta di un graphic novel, un romanzo a fumetti, che, secondo me, può essere affrontato dai ragazzi e dagli adulti. A certe storie, a certi contenuti non va posto un limite d'età.
Devo fare però delle doverose premesse:
* Sono un'adulta che ama alla follia la letteratura per ragazzi. Io leggo tantissimo (più o meno questo l'avete capito (!)), ma nel mare magnum dei miei libri ci sono tanti albi illustrati per piccoletti, tanti romanzi per giovani, tante storie per bambini. Mi ripropongo di sviluppare i miei pensieri sulla letteratura dell'infanzia in un'altra pagina… qui è solo un accenno per spiegare il fatto che per me leggere racconti il cui target principale sono i giovanissimi non è affatto strano.
**Adoro i graphic novel, perché il fumetto per me è una splendida arte, purtroppo per consuetudine popolare relegata a un genere basso, come se proponesse una minor qualità di esperienza letteraria. Certo, poi dipende dal titolo, dal tema, dallo scrittore, dal livello dei disegni… ma in casa mia fin da piccolissima, complici ovviamente anche i fratelli e i cugini più grandi di me, circolavano tanti Topolino, Asterix, Zagor e via discorrendo che mi hanno presa per mano e condotta nel potente regno della parola che si sposa all'immagine, allenando la mente e abituando gli occhi alla Bellezza. Io non disdegnerò mai il fumetto, lo consiglio molto anche in libreria: ci sono graphic novel così raffinati da proporre veri e propri incontri con l'Arte.
La storia di "Mai più" è già accennata nel libro di "Julian", lo spin-off di "Wonder" con la copertina gialla, per intenderci (Julian era il bullo della situazione, ricordate?).
Si racconta di Sara, una ragazza ebrea parigina, che, dopo un'infanzia dorata, si trova improvvisamente a vivere sulla propria pelle il nazismo, la ghettizzazione e quindi la vera e propria persecuzione degli ebrei dai nazisti presenti in Francia. Sarà costretta a vivere nascosta in una stalla (e sarà in una stalla che diventerà grande, assumendo le fattezze di una giovane donna), accolta e protetta dalla famiglia di un ragazzino storpio che a scuola tutti prendevano in giro o evitavano… come la stessa Sara. (I temi del diverso - "Essere offesa non per qualcosa che avevo fatto, ma per quel che ero…" p. 33 -, dell'accoglienza stanno a cuore a Palacio che ovviamente vuole dimostrare che i piccoli atti di gentilezza e inclusività partono dal quotidiano di ognuno di noi). Succederà un grave fatto che ovviamente non svelerò ma che comunque nella sua immensa tristezza genererà la speranza, la resilienza, il coraggio di vivere ancora e… nonostante tutto. Vive l'humanité, griderebbero i protagonisti (positivi) del romanzo.
Non bisogna dimenticare, perché chi dimentica il passato è davvero condannato a riviverlo. Chi oggi si indigna per la Siria, per i muri innalzati da Capi di Stato senza alcuna coscienza storica? Pochi. Rinfrescare ogni anno la memoria su quanto è accaduto a sei milioni di ebrei, e non solo…, sull'obbrobrio dei campi, sulla perdita di umanità, dignità, sull'odio perpetrato nei confronti di popoli per assurde teorie di superiorità razziale è doveroso e assolutamente necessario per non dimenticare.
Abbiamo la memoria troppo corta e viviamo in un periodo pericoloso sotto tanti aspetti (la scorta a Liliana Segre è indegna di un popolo civile, non trovate?). Mai come oggi la Giornata della Memoria è essenziale, va onorata, rispettata e approfondita.
Almeno leggere può essere un atto di ribellione, di protesta, di indignazione. Le persone che leggono solo apparentemente sono sole: in realtà sono un enorme cervello pensante. Le persone che leggono sono bombe di pensiero critico potenzialmente esplosive. Mi auguro tanto solo questo tipo di guerra. Vive les livres.
"Mai più" si guadagna 9 matite e 0 gomme, quindi un 9 pieno (utili anche le pagine finali con note, glossario, consigli di lettura).

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