"L'ASSAGGIO" DI ROALD DAHL: UN RACCONTO PER LETTORI… GRANDI


L'ho visto esposto sia nei reparti ragazzi (nello spazio 10+) che in quelli di narrativa per adulti. Un bel rompicapo. Noi in libreria l'abbiamo risolta così: in evidenza (ovviamente!) nel reparto ragazzi, perché lui è conosciutissimo in questo mondo, ma con un bel cartello che segnala "Questa volta è per lettori più grandi!".
Sto parlando di Roald Dahl e del suo classico tutto da riscoprire, "L'assaggio". Si tratta di un bel racconto risalente al 1953, ora ripubblicato in veste elegante e cartonata dall'editore Donzelli, deliziosamente illustrato dal basco Iban Barrenetxea. La confezione un po' inganna per la presenza delle immagini, ma in realtà il tratto affilato, dettagliatissimo e ironico del disegnatore non è affatto infantile e quasi rappresenta una lettura in parallelo del testo scritto.
È una lettura che ruba un quarto d'ora… ma vi assicuro che per un lettore saranno 15 minuti di puro godimento letterario.
Una scrittura ormai ben nota, tagliente, provocatoria e a tratti beffarda, un impianto narrativo geniale che in modo brillante e con una punta di giallo mira a svelare cosa si nasconda dietro l'apparenza: ingredienti micidiali sapientemente shakerati da una penna rodata come quella di Dahl. Ne nasce uno splendido racconto che sembra quasi un testo teatrale o un corto cinematografico di Alfred Hitchcock.
Immaginate di stare in una bella casa londinese e di girare intorno ad un tavolo apparecchiato in modo raffinato. Vedrete seduti sei commensali: il narratore con la consorte, il padrone di casa con la moglie e la giovane figlia Louise e l'ospite d'eccezione, un famoso gastronomo, grande intenditore di cibi e vini. Fanno un gioco: se il sommelier indovinerà l'etichetta, l'origine e l'annata della bottiglia che il padrone di casa metterà in tavola, ne avrà in dono un'intera cassa. Anzi, no. cinquanta casse. Anzi, no. La mano della bella Louise.
Come andrà a finire? Non lo immaginerete mai!

VOTO: 9 (10 matite ma 1 gomma: la gomma perché andrebbe esplicitato in modo più chiaro il target della lettura. Sono convinta che più gli editori sono chiari, meglio si veicolerebbero i libri. Lo scrittore fa il suo lavoro, l'editore e il marketing dell'editore ne devono fare un altro complementare. Voi che ne dite?).

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